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Controllo contabile e riscontro col bilancio fiscale


Vincent

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Ciao, Michela e ciao a tutti

forse la domanda è un pò provocatoria perche sembra, ribadisco SEMBRA aggredire il lavoro del commercialista, ma così non è.

Da informatico mi sono trovato spesso a sviluppare software di controllo gestionale dei propri conti (un analogo della semplice contabilità familiare) in modo semplicemente monetario. Quello che ci hanno insegnato a scuola: Ricavo - Spese = Guadagno. Ecco: questo concetto ho trovato e trovo tuttoggi difficile a farlo proprio ai commercialisti, a quella fascia un pò all'antica, che non ha ancora assorbito bene la nuova metodologia a cura del fisco di accertare i redditi e la domanda provocatoria e questa:

- E' possibile che se un'azienda spende diciamo 100.000 e ne ha incassati 90.000, sto parlando di "Soldi reali", che abbia un profitto di 40.000 ?

Io dico sì, è possibile e bisogna stare attenti perchè magari delle voci compaiono sul bilancio e altre voci no. Ma un commercialista un pò attempato si presenta a novembre con un allarme dicendo "Hai guadagnato troppo, adesso sò cavoli con le tasse".

In effetti oltre 40.000 euro magari sono sborsati di tasse arretrate ed ecco là la differenza. Allora io chiedo:

E' professionale un commercialista che suggerisce di "Fare acquisti a più non posso prima di fine anno per almeno 10.000 euro" per parare il più possibile la batosta fiscale?

Poichè il conto corrente fiscale è sotto controllo, io dico, ma è credibile che un'azienda abbia lavorato tutto lìanno per "guadagnare" in senso monetario meno di 20.000 euro?

Come disse Manzoni, ai posteri, cioè ai giovani professionisti, l'ardua sentenza

Vincent

p.s.: i numeri sono di pura invenzione e i fatti sono accaduti molti anni fa

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Ciao, Michela e ciao a tutti

forse la domanda è un pò provocatoria perche sembra, ribadisco SEMBRA aggredire il lavoro del commercialista, ma così non è.

Da informatico mi sono trovato spesso a sviluppare software di controllo gestionale dei propri conti (un analogo della semplice contabilità familiare) in modo semplicemente monetario. Quello che ci hanno insegnato a scuola: Ricavo - Spese = Guadagno. Ecco: questo concetto ho trovato e trovo tuttoggi difficile a farlo proprio ai commercialisti, a quella fascia un pò all'antica, che non ha ancora assorbito bene la nuova metodologia a cura del fisco di accertare i redditi e la domanda provocatoria e questa:

- E' possibile che se un'azienda spende diciamo 100.000 e ne ha incassati 90.000, sto parlando di "Soldi reali", che abbia un profitto di 40.000 ?

Io dico sì, è possibile e bisogna stare attenti perchè magari delle voci compaiono sul bilancio e altre voci no. Ma un commercialista un pò attempato si presenta a novembre con un allarme dicendo "Hai guadagnato troppo, adesso sò cavoli con le tasse".

In effetti oltre 40.000 euro magari sono sborsati di tasse arretrate ed ecco là la differenza. Allora io chiedo:

E' professionale un commercialista che suggerisce di "Fare acquisti a più non posso prima di fine anno per almeno 10.000 euro" per parare il più possibile la batosta fiscale?

Poichè il conto corrente fiscale è sotto controllo, io dico, ma è credibile che un'azienda abbia lavorato tutto lìanno per "guadagnare" in senso monetario meno di 20.000 euro?

Come disse Manzoni, ai posteri, cioè ai giovani professionisti, l'ardua sentenza

Vincent

p.s.: i numeri sono di pura invenzione e i fatti sono accaduti molti anni fa

Errata corrige: nell'invenzione ho sbagliato un pò di cifre: 100.000 incassati e 90.000 spesi

chiedo scusa, Vincent

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Salve Vincent,

provo a rispondere brevemente e per quanto possibile chiaramente premettendo che l'argomento è molto complesso e mal si presta ad essere riassunto in due righe.

In primis, poichè non tutti i costi sono deducibili fiscalmente, non sempre l'utile realizzato corrisponde al reddito imponibile che è quello soggetto a tassazione.

Infatti, come è bene noto, al reddito conseguito occorre effettuare delle variazione in aumento e in diminuzione proprio in applicazione delle leggi fiscali comportando quindi un aumento o una diminuzione della base impobile.

Quindi è sicuramente possibile aver conseguito un utile di € 10.000 che ai fini fiscali diventano pari ad € 40.000 a causa di costi che, seppur sostenuti, non sono deducibili.

Ovviamente il commercialista dovrebbe redigere delle situazioni periodiche per considerare l'andamento dell'utile e quindi le conseguenti variazioni in aumento e in diminuzione al fine di consigliare la politica fiscale più adeguata al cliente.

Di certo tali situazioni dovrebbero essere redatte a scadenze precise magari concordate con il cliente.

Infine per quanto riguarda la credibilità dell'utile conseguito ci sono vari strumenti per valutarla tra cui gli studi di settore.

Saluti

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Grazie, Michela, è la risposta che mi aspettavo. Capisco la delicatezza dell'argomento e che non ti sbilanci in giudizi, ma data questa realtà della "bivalenza" contabile, un commercialista serio non può permettersi di "sparare" sul pianista che dice "Il tuo utile vero non è 40.000 ma 10.000", anche perchè dovrebbe avere sottomano anche il conto corrente fiscale del suo assistito. Tu non l'hai detto, ma lo dico io, visto che siamo anche in un forum dove si discute e si scambiano opinioni: un commercialista che suggerisce di fare "acquisti" per 10.000 euro per "abbattere le tasse", sta esponendo il suo assistito a un bel contollo fiscale dove un finanziere già pronto col sorriso dirà: "Mi spiega lei come ha fatto a vivere nell'anno XX se ha speso tutto quello che ha guadagnato ?" sbaglio?

un polemico e inarrestabile

Vincent

Salve Vincent,

provo a rispondere brevemente e per quanto possibile chiaramente premettendo che l'argomento è molto complesso e mal si presta ad essere riassunto in due righe.

In primis, poichè non tutti i costi sono deducibili fiscalmente, non sempre l'utile realizzato corrisponde al reddito imponibile che è quello soggetto a tassazione.

Infatti, come è bene noto, al reddito conseguito occorre effettuare delle variazione in aumento e in diminuzione proprio in applicazione delle leggi fiscali comportando quindi un aumento o una diminuzione della base impobile.

Quindi è sicuramente possibile aver conseguito un utile di € 10.000 che ai fini fiscali diventano pari ad € 40.000 a causa di costi che, seppur sostenuti, non sono deducibili.

Ovviamente il commercialista dovrebbe redigere delle situazioni periodiche per considerare l'andamento dell'utile e quindi le conseguenti variazioni in aumento e in diminuzione al fine di consigliare la politica fiscale più adeguata al cliente.

Di certo tali situazioni dovrebbero essere redatte a scadenze precise magari concordate con il cliente.

Infine per quanto riguarda la credibilità dell'utile conseguito ci sono vari strumenti per valutarla tra cui gli studi di settore.

Saluti

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